sabato 29 dicembre 2012

I'll be home for Christmas...


Mio padre non è stato troppo bene, ma lui d'abitudine sotto le feste s'ammala.
Questo giro si è fatto un tourbillon d'influenza intestinale, e io riflettevo tra me e me se conveniva stargli debitamente lontana o mostrare la mia vera natura e sostenerlo nella malattia solo per farmela passare e poter poi dire "a Natale ho perso due chili".
E' riuscito ad attaccarmi nient'altro che la febbre, così stanotte ho sognato che tornavo a casa ed invece che Lui trovavo Marco Travaglio e Jorge Lorenzo, intercambiabili a seconda delle esigenze.
Il fatto che il sogno mi sia pure piaciuto la dice lunga sui gradi di temperatura interna notturni, un trilione suppergiù.



Comunque, sono a casa per le feste.
Mi sono caricata di uno zaino pieno di regali, la cuccia di Oliver, Oliver medesimo e mi sono fiondata sul primo treno utile per tornare dai miei. Ho portato  solo un paio di pantaloni e sperato ardentemente di aver dimenticato lì molto molto molto intimo l'ultima volta. (C'era).



Mamma è stata un'orecchio disposto ad ascoltarmi ogni volta che avevo voglia di parlare (togliamo le ore di sonno, tutto il resto era buono per far due chiacchiere), mi sono fatta trip di Settimana Enigmistica e parole crociate fino alla nausea, ho già letto i tredici libri che mi avevano regalato, ho dormito fino alle no, non lo dico per pudore tutti i giorni e ho fatto passeggiate per la mia città avec chien et maman.

Insomma, una pacchia.
Insomma, non ho voglia di tornare alla vita di sempre.
Insomma, mi lascio ancora trascinare pigramente dall'inerzia di queste vacanze, non scrivo altro perchè mi godo degnamente la mia famiglia, e auguro a tutti di poter essere davvero felici quanto lo sono io in questi giorni. Contando che il venticinque ho mangiato tre piatti di agnolotti e lo stomaco non mi ha ancora fatto causa, dubito che possiate eguagliare il mio grado di estasi.





 E ancora auguri a tutti.

martedì 11 dicembre 2012

Il clima delle feste



Devo aver perso la magia del Natale nello stesso momento in cui hanno fatto la loro comparsa i Santaclaus disarticolati che cantano gingol beeells e  fanno Ohohohohoh! ogni volta che passi dalla porta dell'Autogrill.
Il tipo che ha ideato un pupazzo senza femori che canta felice una sola canzone trecentosessantacinque giorni all'anno deve essersi fatto una tempura di neuroni, per non parlare di chi lo compra; io comunque non ho mai visto nessuno uscire da un negozio con quel coso sotto braccio.

(Nota bene: lo dice una che era entrata con aria intellettual-chic in un'enoteca per comprare un allora sconosciuto Controguerra bianco, ed è quasi venuta alle mani con il proprietario gayssimissimo per farsi cedere il rospo meccanico che all'ingresso diceva "benvenuti" con la voce di Sandro Ciotti)
(L'ho vinta io, comunque).

Ad oggi, non ho ancora comprato unregalouno.
Sono in ritardo, come sempre su qualsiasi tabella, fosse anche la tabellina del due.
MA.
Ma.
Ho fatto l'albero.
Tutto da sola, visto che Lui è impegnato con duemilaseicento lavori da finire rigorosamente prima di Natale.

Il nostro albero è quello che Sua madre chiama fieramente "l'abete della nonnina": uno sputacchio di plastica anno millenovecentocinquanta, sopravvissuto a quattro bambini (suamadredapiccola-suaziadapiccola-Lui-suasorella), svariati gatti che lo hanno battezzato come fossero idranti, la nonnina stessa che ci inciampava dal primo dicembre al sei gennaio.
Questa sfida all'estetica l'ho affrontata da sola.
MA.
Ma.
Con la Sua supervisione.
Ed è un desainer, mica bruscolini.
Provate voi a fare un albero di Natale con uno che, dal soppalco, con visuale a 360 gradi sul vostro lavoro, vi dice che direzione deve prendere la stella cometa.




"Le luci, ti prego, le luci. Le hai ingrumate tutte sul fondo."







"Amore, le palline, ti prego, le palline.
S-i-m-m-e-t-r-i-c-h-e. Abbiamo sei  palline, non è difficile, tre di qua, te di là. L'ordine amore, le proporzioni. Quelle che mancano al tuo sedere"




"Tesoro, potresti fare tuo il concetto alla base del filo argentato? Deve essere una spirale intorno all'albero"








Ecco Amore, se la spirale se la fosse messa tua madre quella volta.
Quanto bene avrebbe fatto.


giovedì 6 dicembre 2012

Il momento giusto

"Ma chi è quel tipo che ti è venuto a prendere, mica il tuo ragazzo?"
Ha passato i trenta, non lo chiamerei ragazzo.
"S-sì"
"Uh la là!! E che carino che è! Ma una come te dove lo ha trovato?"
Te possino.
"E'una lunga storia"
"E da quanto vi conoscete?"
"Sei anni"
"Bambini?"
"No, eravamo adulti consenzienti"



Non sono un utero parlante.
(L'apparato digerente, quello sì, sa "l'Orlando furioso" a memoria e lo recita per un tiramisù)
Non è un crimine, non voler subito dei bambini.
Non ho traumi infantili, sono crescitiuta con la madre migliore del mondo, ma pure Lei, Santa Pazienza, ogni tanto malediceva "tuo padre quella volta".
E se Lei, quella specie di gentildonna d'altri tempi, è riuscita a fare due castroni come me e mia sorella, mi chiedo cosa verrebbe fuori da qui.
Insomma, non sono pronta, non mi sento pronta, pur trovando deliziosi i bambini degli altri (tanto al primo mhè li deposito nelle braccia della madre).

Voglio godermi i fine settimana sul divano, con Lui.
Voglio leggere un libro in una notte (maledicendolo il mattino dopo, ma non importa).
Voglio stare al sole del pomeriggio, senza aver rimorsi per aver fatto flambé il pupo.
Voglio far da mangiare per due.
(E poi per tre, se Lui vuol cenare con me)
Ma soprattutto, voglio crescere, io, prima di far crescere qualcun altro, che quando arriverà avrà bisogno di una persona completa e matura.

E dal momento che ho appena trascorso un'oretta sul sito di  "maledetti scarafaggi", direi che il momento, per me,  non è ancora arrivato.


domenica 2 dicembre 2012

Egregia AziendaFashion&Superfigherrima


Egregia Vedisopra,
potrebbe considerare, magari sotto l'effetto di una blanda droga, una campagna in cui le modelle curvy (leggi: culone) non debbano essere necessariamente l'emblema della gioia, ed altresì una medesima campagna in cui le modelle lezionediosteopatianumerouno:l'osso non siano incazzate come jene per non si sa quale motivo? (e qui capisco che la droga dovrebbe massicciamente aumentare).

Sono assolutamente dell'idea che il sorriso sia l'abito migliore, ma di tanto in tanto anche io ho spaziali giramenti di palle, e il fatto di disporre di ingenti riserve per l'inverno non mi rende biologicamente sempre felice.

Per dire:

Magrumi




 
e non mi dite che non hanno tutte l'aria del "che cacchio  vuoi".


 
Non magrumi


 


 
Giurerei d'aver visto magre sorridere, e culomunite incazzate, e anche parecchio.
 
Pretendo il diritto inalienabile di mandare a fanculo il globo terracqueo, e anche in malo modo.
La mia cellulite non è un airbag per l'infelicità.
 
 
Ecccheccacchio.
 
 
 
 






giovedì 29 novembre 2012

Potrei anche dire che la dieta funziona, in un certo senso


Ore 12:00  "Tu pesi molti molti molti molti molti troppi chili"


Ore 12:01  "Tu pesi molti chili" (Wow!!!!)


Ore 12:02  "Tu pesi mooooooooooooooooooooooooooooolti molti molti troppi troppi troppi chili"
 
Ore 12:03  "Tu pesi molti molti molti tanti troppi trippa troppi chili".


Nemmeno alla Borsa di Londra ci sono fluttuazioni così in meno di quattro minuti.

Forse la mia bilancia è entrata in pre-adolescenza e ha cominciato a dar risposte alla stracazzo.

Non la biasimo più di tanto, conduce una vita stressantissima, è presa d'assalto otto volte al giorno(verifico sempre se un digiuno di sei minuti consecutivi comporti un effettivo beneficio, non si sa mai).


Ad ogni modo, facendo una media sulle varie misurazioni, direi che mezzo chilo l'ho perso.


Tutto sulla faccia.

Mi son crollate le guance, ecco.

Adesso il viso ha la stessa tonicità di uno sharpei
 


 
ma resta saldamente impilato su un fisico da panda gigante.

Che palle.

 

mercoledì 21 novembre 2012

Leggerezza




    "Sei dimagrita"





"Davvero???Trooovi??  Noperchèiofacciofaticaacapirlo, sai com'è - respiro - conladietachefacciopossomangiare - un minuto di silenzio per celebrare la parola mangiare - tiposetteettidizucchine (Sette etti di zucchine. E le mangio tutte) emisacheuntantinellomigonfianolostomaco (tipo che la Royal Philharmonic mi ha offerto un posto come timpano) epenso: Wow, stoquiamangiare cruscaemosche  eimieipantaloni voglionocomunquel'asilopoliticosullechiappediKateMiddleton -respiro - inveceTumidicichesondimagrita, evvai!!!!!"

"Amore, era una domanda. Sei dimagrita? Così, per sapere"


Peccato non avere ebola, tifo e rogna per limonarlo duro, seduta stante.

"Ah. Se son dimagrita? Che domande, non vedi che sono una libellula?"

"Concordo amore, una libellula del Mesozoico"




Può essere che le libellule del Mesozoico portassero la 40?
Seguiranno approfondimenti.






lunedì 12 novembre 2012

Corso accelerato di Fisica


Capitolo 1: Cinetica

La prima legge degli auricolari vuole che, una volta riposti così:



qualsiasi sia il movimento impresso alla borsetta, la forma con la quale si presenteranno sarà questa:






Capitolo 2: Moto parabolico

L'enunciato afferma che, per quanto il percorso sia lineare,

la possibilità che esso subisca una deviazione è direttamente proprorzionale all'importanza dell'oggetto stesso.



Capitolo 3: Termodinamica

"Quando non guardi il latte, esso bolle e va tutto fuori."

Capitolo 4: Moto dei fluidi

Un corpo che non ha con sé un ombrello riceverà pioggia anche se °C = (°F − 32) / 1,8  e °C = 38 gradi ma se °C >38 gradi  e t= agosto sarà tempesta di sabbia.

Capitolo 5: Ancora sul moto dei fluidi

Lavare la macchina implica  t = h/60, dove t = temporale e h/60= dieci minuti al massimo.

Capitolo 6: Errori della scienza

P = mg.

Comunque le mele sarebbero fatte per essere mangiate, caro Newton.
E non per tirar fuori teorie assurde che mi rovinano un dopopasto su due.

sabato 10 novembre 2012

Quelli erano bei tempi


"...perchè ogni tanto rimpiango quei bei valori di un tempo, la famiglia di una volta, le donne...le donne di una volta...."

C'è chi da ubriaco perde le inibizioni e ti rincorre nudo per casa ingrifato come un ariete, Lui entra in un mood GinoPaoli che fa paura.
Tra l'altro non sono nemmeno certa che mentre parlava fosse proprio proprio in sé, perchè prima di crollare mi ha detto "ho tanto mal di pancia" e "voglio un Vivaldi" (???????)


Sono rimasta a pensare a cosa è un Vivaldi, e alle donne "di una volta" che ho conosciuto.

Tanto per dire, mia nonna.
Classe 1915, tutta l'efficienza del KGB in un metro e quaranta: dovevi fare come voleva lei, non c'erano alternative; era argentina, e lo si capiva dal temperamento alla Pinochet.

Tornata in Italia, da dove i suoi nonni erano emigrati (mi fermo qui con l'albero genealogico, altrimenti rischio di scoprire che qualche mio trisavolo aveva inciso Scemo chi legge sulla Mayflower), aveva trovato l'amore, aveva deciso di sposarsi, e mentre stava consegnando le partecipazioni ai parenti di Roma, ha conosciuto mio nonno.

Le donne "di una volta".
Dalle quali non ho ereditato un briciolo di spregiudicatezza, io rimango rigorosamente sveglia come una capra morta.

Chissà  che in fondo non sopravviva anche in me un pochino di questa fedeltà serenovariabile della nonna paterna.
Seguiranno approfondimenti.








 
Aggiornamento dell'una e trentuno: si è  messo a sedere sul letto e ha detto "capitalismo!".
Vorrei avere per le emergenze il numero di un esorcista, uno bravo.






martedì 6 novembre 2012

Oh, sposami!

Io avrei fatto la felicità di molte donne, se solo fossi nata uomo. Ho una animo disgustosamente romatico, pieno di zucchero e cuoricini. Io saprei come chiedere ad una donna di sposarmi (anello sotto al cuscino/anello al collare del cane/anello nella coppa di spumante- no, quello le donne come me lo ingoierebbero/anello infilato al dito con una dichiarazione d'amore eterno - letta sottoscritta e depositata dal notaio/anello sul gambo di una rosa/anello nunc et semper) (e il pirla mi chiede ancora cosa può regalarmi. Ad ogni ricorrenza. E poi mi trovo il grembiule da cucina con scritto "Mukka!" incartato con cura) (Ecco)

Lui, al contrario, è "troppo giovane" per sposarsi: passati abbondantemente i trenta.
L'unica cosa che lo rammarica è continuare a rimandare l'addio al celibato, quello sì che gli fa gola.

Ma prima o poi lo acchiappo.

Indipendentemente da quando mi sposerò, dove, con chi ,con che abito (quella è la esatta metà mia), con quale cerimonia, io non tirerò il bouquet alle damigelle.

Io lancerò dietro di me il libro con i conteggi calorici.

E i fogli con la dieta.

(e i sacchetti di spinaci surgelati, non ne posso più)

E da quel giorno, lasagna forever.

Perchè tanto, se Lui mi sposa, l'emmio per sempre.



giovedì 1 novembre 2012

I have a driiin

Samantahhhh

"Buonasera - alle tre del pomeriggio  - parlo col signor Lui?"

Se qualcuno vuol parlare col signor Lui, non è un buon segno.

"Sono Samantah  della compagnia Telefrantumo"

Infatti.

"e vorrei parlare col signor Lui"

Allora, se il tuo nome finisce con una probabile acca, io Lui non te lo presto nemmeno, figurati se te lo passo.

"Non è a casa"

"Ah. E quando posso trovarlo?"

"Non so."

"Non sa?"

"Sono la badante*"

Click.

Ad oggi fanno due mesi che non riceviamo più chiamate dalla compagnia.




*sapiente suggerimento della sapiente collega I. Funziona.

lunedì 29 ottobre 2012

Quando photoshop non esisteva


C'era una volta un nobile condottiero di nome Ferro.
Che essendo un nomade delle steppe forse non aveva proprio tutto quel sangue blu, ma  tantè.
Vantava di discendere da un antico guerriero, cosa risaputamente  falsissima ma che nessuno metteva mai in discussione essendo costui abitualmente armato fino ai denti.
Tanto tanto tempo fa le sue truppe portarono ovunque morte e distruzione, ma quando passò in quella che era la  più magnifica capitale dell'Impero, la metropoli più spettacolare del mondo, la rase direttamente al suolo.  
Nonostante la misericordia non fosse il suo forte, aveva una delicatezza d'animo indiscutibile, unita ad un ineguagliato gusto per l'architettura, amava infatti costruire piramidi con le teste mozzate dei nemici. 
Lo stesso grado di misericordia lo mostrava quando prometteva ai conquistati che non avrebbe sparso il loro sangue, seppellendo vivi tutti quanti.
La sua occupazione preferita rimaneva comuque la decapitazione di massa.
Questo animo nobile, un giorno decise che era giunta l'ora di farsi fare un ritratto.
Convocò a corte un pittore, il quale alla richiesta di "un magnifico dipinto per i posteri" rimase un po' perplesso, essendo il richiedente monco, guercio, zoppo e gobbo.
L'artista usò tutta la sua abilità e apportò qualche miglioria al soggetto, ignorandone i difetti: si trovò così mozzato in due secondi netti, per l'eccessiva piaggeria.

Il secondo pittore allora ritrasse il condottiero come mamma l'aveva fatto.
E zàcchete.
Decapitato pure lui.
Il terzo lo dipinse mentre, inginocchiato, tirava con l'arco, così da non ritrarre la mano monca e la gamba più corta, far sembrare la gobba una posa naturale, e chiudere l'occhio guercio perchè prendeva la mira.

E  così fu - almeno sul momento - risparmiato.
Ma, non essendoci giunte altre opere dell'artista, si pensa che il magnanimo lo abbia comunque decollato, tanto per non perdere l'abitudine.



Questa è la storia del ritratto di Tamerlano.
Che vuol davvero dire "ferro", in persiano antico.
Il che la dice lunga sul senso dell'umorismo del padre.

La prossima volta che in una foto non sembro una taglia quarantadue, ricorderò all'incauto artista che anche io ho una certa sensibilità d'animo, e m'incazzo facile.


mercoledì 24 ottobre 2012

Troppa camomilla?


(Piccola parentesi: l'immagine qui sopra è assolutamente fuori dalla realtà.
L'unica volta che mi sono svegliata e ho trovato un uomo già vestito, pronto ad uscire prima di me, era appena tornato da una festa.
"Shono sorbio" e mi ha dato un bacio. Poi è crollato, vestito, sul letto.
Alle tre del pomeriggio, russava ancora.)


E' stato il cartone più insulso della mia infanzia.
Insieme a MaryPoppins poltergeist (che per parlare coi pettirossi pure stile meccano, sarà anche stato bianco ma non di certo zucchero), era una delle pellicole che cercavo di evitare, a differenza di Guerre Stellari (perchè ero innamorata di Han Solo) e Robin Hood (perchè ero innamorata della volpe. E progettavo di disseminare la foresta di Sherwood di tagliole per Lady Marion).

Non mi piaceva la trama.
Non riuscivo ad immedesimarmi nel personaggio, così cretina da pungersi con l'Highlander delle spolette, l'unico fuso rimasto nel regno.

E se nel tempo, molte pellicole per bambini le ho riviste con occhi più consapevoli, e le ho apprezzate, questa proprio non fa breccia nel mio cuore.

Primo.
Il titolo.
"La bella addormentata nel bosco": il bosco è l'unico luogo in cui riesce a tenere gli occhi aperti.

Secondo.
Se fossi stata io, dopo tutto quel dormire, per prima cosa avrei chiesto: "dov'è la colazione?"
Mi sta un po' antipatica una che al risveglio pensa all'amore e non alle Macine.

Terzo.
Un minimo di realismo, per piacere.
Ha dormito per anni, doveva almeno avere le tartarughe fra i denti.
Altrochè bacio.

E poi, scusate.
Che razza di eroe, il principe.
Chi è, in una casa, che si alza prima di tutti per preparare la colazione?
Chi è che, dopo aver lavorato va a ritirare le giacche dalla lavanderia, le carte dal commercialista, il cane dal toelettatore, la spesa dal supermercato?
Chi è che, quando ha un giorno di ferie, lo passa a fare i lavori di casa che durante il resto dell'anno non riesce a fare?

E il principe, per un bacetto, sarebbe un eroe?
Ma per favore.



domenica 21 ottobre 2012

L'amico, in un periodo difficile


Lui: "Mi sento solo".

Io: "Lo so"

"Ed inutile. Solo ed inutile. Svuotato. Ho perso i punti di riferimento, ho dimenticato quale sia il mio scopo nella vita"

"Cerca di avere un po' di pazienza, e focalizzati su altre cose"

"Io so quel che provo, tu non puoi nemmeno immaginarlo"

"No caro, io posso, eccome se posso. Ad ogni modo, il tuo compito rimane importante, anche se non è più come prima"

"Non più come prima??? Non più come prima??? Ma sai come vivo adesso? In attesa che qualcosa piova dall'alto. Prima ero costantemente sotto stress, sempre in tensione, e io sotto pressione lavoro meglio, do il massimo, è questione di carattere"

"Devi fartene una ragione"

"E infatti, stavo pensando di rassegnare le mie dimissioni"

"Dimetterti???E dove andresti, di grazia, proprio adesso?"

"Ci sono un sacco di posti dove potrei lavorare come prima, se non meglio. Farei comodo a parecchia gente, sono nel pieno della mia carriera, e negli ultimi anni ho accumulato un'esperienza che altri se la sognano"

"Lascia perdere. Ripeto, fattene una ragione. Sono sicura che così staremo meglio tutti e due."

"Promettimi almeno una cosa"

"Dai"

"Il pranzo di Natale. Altrimenti, faccio i bagagli davvero"


Avete assistito al : Dialogo tra me ed il mio stomaco in crisi.
Il quale mi farà causa se a Natale come minimo non farò diving nel sugo delle lasagne.


mercoledì 17 ottobre 2012

Pensare prima. Ma quando mai.


"Ma....ma...ma sei la figlia di Pigi?"
"???..no, guardi, ha sbagliato"
"Ma sì! La figlia di Pigi, Pierluigi!"

Devo ancora rendermi conto che il mio elegante e severo genitore era conosciuto in certi ambienti come "Pigi". Molti aspetti della sua vita devono essermi sfuggiti.

"E' così tanto che non lo vedo, portagli i miei saluti!"
"S-sì, chi devo dire, prego?"
"Eh, sono PincoPanco della Banca Ciurlanelmanico"
"Beh, guardi, glielo saluterò non appena ci sentiremo"
"Ma dammi del tu!"
"M-mh" (sono sempre molto reticente a dare confidenza a persone più vecchie mature di me)
"Ah, e dì a tuo padre che sono diventato anche io papà, di una bellissima bambina!"
"Oh,beh, felicitazioni! E come si chiama sua figlia?"
"Tua"
"Tua???? Uau, sapevo che adesso va di moda il nome "Mia", ma Tua non lo avevo mai sentito"

Intendeva: non dirmi "sua" figlia, ma "tua" figlia.





Click.
Click.
Click click click.
Niente da fare, anche stavolta il pulsante dell'autodistruzione non ha funzionato.

lunedì 15 ottobre 2012

Uno a zero


"Amore?"

 "Uhmpf" (modalità Neanderthal: on)

"Sei stanco?"

"No"

"Ci mettiamo sul divano?"

(Depone sul trono le sacre terga)

 "Film?"

" Bof"

"Ti dà fastidio se metto le mie gambe sulle tue?"

"Nuo"

Fregato.

"Amore, già che hai le mani  lì ...."

"Embé?"
"...mi faresti un massaggino??????????"


(Limitiamoci alle gambe.
Ho provato a farmi massaggiare la schiena, ma Lui mi prende i fianchi e ci gioca come fossero pongo, oppure arpiona la pelle con quelle che nel frattempo sono diventate chele e le usa come plicometri.
"Senti che roba, morbidona pure qui"
Basta massaggi alla schiena, grazie. )


Un minuto dopo, Lui:
"Amore"

"Mmmh..."

"Quand'è stata l'ultima volta che ti sei depilata?'"

"...."

"Perchè sai, le gambe. Sento pungere"

Declina "vergogna" in tutte le lingue del mondo.
Con tre balzi sei in bagno, e il silk-epil è già nelle tue mani. E appena lo azioni, ti rendi conto che avevi le gambe liscie come il sedere di un neonato.
Uno a zero per Lui, che ha intanto preso possesso di tutto il divano, e russa già.


giovedì 11 ottobre 2012

No, guarda

"No guarda, a me basta un frutto anzi, quelli troppo zuccherini mi nauseano perfino".

Mh.
Certo.

La collega che ti tira scemo con le sue paturnie alimentari, perchè ha abolito qualsiasi cosa abbia un sapore e mangia solo più radici di cicuta e foglie di mughetto.
E ti vuole convertire.*

Ascolto volentieri chi ha un'altra visione della cucina, da quello che mangia solo pizza a quello che mangia solo tofu.

Ma mi diverto quando qualcuno, dopo una settimana di dieta, si sente Cristo nel deserto al quarantesimo giorno, e  dice tutte cose ovvie e risapute, dalla voglia di Bounty e maionese alle due di notte, dal desiderio di un bicchiere di vino a metà cena, la voglia di Negroni e patatine, lo sconforto nel vedere che hai già terminato i tuoi carboidrati quotidiani.
Lo so benissimo.

E quando afferma che "se vuoi dimagrire devi essere inflessibile", che "è solo questione di volontà", che "a me basta un frutto - vedi sopra - " poi apre il cassetto della scrivania e tu vedi distintamente una scatola di Grisbì a metà,  ti senti come uno dei cavalli della biga di Apollo che legge il curriculum della cavallina storna.


E sai che il vero figo della situazione sei tu, non lei (anche se da bagnata peserà la metà scarsa di te).



* La collega in questione porta una quaranta e le sta pure larga.

lunedì 8 ottobre 2012

Al prossimo







che mi dice di provare la sua dieta perchè con lui proprio ha funzionato, gli spacco tutti i denti.





Lo so che c'è una reiterazione (al prossimo- gli) ma rende meglio l'idea, perchè glieli rompo sul serio.



venerdì 5 ottobre 2012

Oui, je suis le plus figue du monde



"Beh, cosa vuoi, tanto ho deciso che ad Ottobre andrò in palestra (chi glielo dice che il mese è gia iniziato?), e vedrai che razza di muscoli metterò su.
Oh sì, me lo immagino già, tu che porti a casa le tue amiche, loro che si guardano stupite intorno e ti chiedono "perchè hai messo quella statua sul divano?" visto che  sarò così perfetto da sembrare una scultura, perfino mentre mi riposo. Yeah."






Io, con tutto il rispetto, vorrei capire dove trova tutto questo amor proprio.



mercoledì 3 ottobre 2012

Auguri mamma!



Oggi festeggia il trentacinquesimo anniversario dei trentacinque anni (portati benissimo; per dare un'idea, mi straccia ancora se si tratta di resistenza forza abilità manuali abilità cognitive parole crociate rebus anagrammi eccetera).

Io so solo che, se avrò un figlio, voglio tanto, tanto, che prenda tutto dalla nonna. Perchè se somiglia a me, lo affogo.





Sono stata una bambina impegnativa.
Non saltavo un pasto  (e figurati), in compenso non dormivo nemmeno a spararmi Tavor endovena.
(Diciamola tutta: mia nonna pensava bene di farmi passare il dolore per i primi dentini con la grappa. Qualche danno lo avrà pure fatto.)



Mi piaceva tantissimo stare sul vasino.
Una vera adorazione.
Per tre anni i miei hanno avuto un presidio permanente in bagno.





Appena mio padre si fermava fuori casa di notte per lavoro, transumavo nel lettone di mia mamma, travasandomi più velocemente dei vasi comunicanti dal lettino al suo grembo, chiedendole di abbracciarmi nella posizione del cucchiaino.
Non ho mai più dormito così bene.





Non è incredibile tutto quello che ci può stare dentro una  matita?



Avevo anche altre qualità, tipo quella di ammalarmi esattamente il giorno prima della partenza per le ferie, scovare il pluriball a notte inoltrata - e divertirmici -  e far pagare ai miei genitori tre anni di asilo per decidere poi andare sì e no quattro volte, e sempre con l'espressione della deportata a forza.







Ciò che più mi stupisce però, è la consapevolezza che la mia infanzia è stata una passeggiata, se paragonata alla mia adolescenza.
Mi complimento con Lei per essermi sopravvissuta. Senza aver mai infranto il codice penale.

Ad ogni modo, quel che volevo dire oggi è : grazie mamma, per tutto il tuo Amore, e tanti Auguri.

lunedì 1 ottobre 2012

E' lunedì



Mi chiedo perchè, in tutta la Sua Magnificenza, a Nostro Signore non sia venuta in mente l'idea di una settimana di cinque venerdì e due sabati.
Non doveva esser tanto di buon umore quando ha concepito il lunedì.


venerdì 28 settembre 2012

Come iniziare bene la giornata


"Anche lei è qui per donare il sangue?"

Siamo dieci persone in una stanza dove troneggia un cartello due metri per due "Ematologia - donazioni", cosa posso esser venuta a fare?
 
"No, guardi, se nota l'anomalo accrescimento del canino, capirà che sono uscita or ora dalla cripta per farmi una bevuta."

La signora che ha posto la domanda deve aver pensato fossi un padiglione auricolare in libera uscita, tanto ha parlato, mi ha confidato che era al primo esproprio sanguigno, che si è fatta operare tre anni fa per emorroidi, che il figlio sta con una vera zoccola ma tantè lei è la mamma e lo deve accettare ma col cavolo che le lascia l'anello di famiglia, che una volta le piaceva Alfonso Signorini ma ora è tanto scaduto, e infine mi ha raccomandato di "non sposarti mai chell'è 'na fregatura".
Sono arrivata sulla poltrona praticamente anestetizzata.
E meno male, perchè le mie vene timidone, se anche sono in giornata e si fanno trovare, collassano dopo un picosecondo, e dopo un prelievo il mio braccio ha tanti buchi che viene esaminato dall'Unione Astronomica Internazionale come copia della costellazione del Capricorno.

Ogni volta trovo un'infermiere o un medico diverso, e si allarmano sempre quando vedono il pallore che mano a mano mi sale sul viso, e qui viene la parte migliore, quando io tranquillizzo l'ospedaliero dicendo "è tutto normale, pressione bassa, capita sempre ma non sono mai svenuta".*
E lui, o lei, che mi guardano con aria minacciosa e puntando il dito dicono: "Signorina, uscita da qui lei va subito a fare una bella colazione. Mi raccomando, reintegri gli zuccherie mangi qualcosa".

Per me, sentirmi dire una roba del genere è meglio di un orgasmo.





*tranquillo bellezza, non mi devi rialzare.



martedì 25 settembre 2012

Dog vs human



Lui dice: "quando esco col cane, non capisco se le donne si soffermino a guardare lui o me"

"Ma credo me"

"Me me me!"


"Me. Sissì"

"Guardano il cane, ma vogliono il maschio" (sic!)

 "Sono bellissimo."



Parla sul serio.
Dice che il pelomunito è un indispensabile strumento di conquista urbana, e non a caso ha scelto un cane uguale a Lui, bello come Lui, tenero come Lui, irresistibile come Lui.

E' vero che condividono tratti comuni.
Quando dormono, ad esempio.
La notte, sento Lui, sega nr.1 vicino a me, che russa, accopagnato in sincope da sega nr.2, il cane, che dorme per terra, ovviamente dal mio lato. E parte lo stereo della roncopatia cronica.

Fanno a gara di rutti.
Speravo di essermi risparmiata questi osceni intermezzi da primati, invece trovo il cane che ringrazia della ciotola piena condividendo un momento di rara poesia, e Lui che lo segue a ruota per vedere chi fa più rumore.

Le principali attività sono mangiare, uscire e dormire.
Anche al cane interessano solo queste cose, ma almeno va fuori ad orari più potabili.

Il cane fa puzzette chimiche.
E non voglio aggiungere altro.


Quello che però non mi ha spiegato, è la preferenza mostrata dal cane nella monta focosa dei suoi simili, tutti  maschi.  Alle femmine mastica le orecchie.
Io non so se farmi ancora domande o far finta di niente.







mercoledì 19 settembre 2012

Tichitichitichi


Tichi tichi tichi tichi.
Tichitiche tichetiche tiche tiche tiche.
Tichi tichi tichi tichi.
Tichetichi tichetichi tichetichetà.


(Punto punto punto - linea linea linea - linea punto - linea linea linea.
Punto punto linea - linea punto.
Punto linea linea punto - punto punto linea - linea - linea - punto linea - linea punto - linea linea linea-  linea punto - punto.)


Svelato il mistero dei tacchi del mio capo:  comunica in alfabeto morse.


Due parole su di lei: ha la pretesa di vestire ancora come Belen, ma dal momento che le parole "decadimento fisico" non sono più solo uno sconosciuto termine sul vocabolario, s'avvicina più alla controfigura di Moira Orfei.

Niente scarpe professionali, da carrierista; calza sandaletti che fanno molto Ubalda do Santo Domingo; e anche se giurerei che l'impressione non corrisponde al vero, tacchetti e plateau suggeriscono una disponibilità pari a quella del pane dal fornaio.
(Per ignorare l'impressione bisognerebbe devitalizzare il nervo ottico).

Il problema è che non ci sa camminare, su quelle scarpe, a meno che "portamento"  non significhi dondolare come se ci fosse un mamba nero nelle mutande o come se si stesse mimando col corpo "Sououd-e-Melli" (inno nazionale Afghano).
Facciamo un minuto di silenzio per le sue caviglie.

Perchè oggi sono così acida?
Perchè la sua propensione a rompere le balle è direttamente proporzionale a quanto non sa dell'argomento di cui le stai parlando.
E ultimamente è un periodo normativamente caldo.
Molte cose nuove.
Molte molte molte.


Piccola aggiunta delle 21:35.
Ho deciso di inaugurare il primo contest su questo blog: chi indovina cosa c'è scritto in morse, vince dieci dei miei chili.

lunedì 17 settembre 2012

Quiisssss

Chi è che compra tre chili di fagiolini ( "a tanto poco!" disse con orgoglio) perchè è arrivato al mercato con cinque ore di ritardo ed al verduriere non pare vero svendere le rimanenze ?
Lei
Lui

Chi è che li vuole mangiare assolutamente perchè le verdure fanno tanto tanto  bene però se cucina fa solo  pasta perchè basta aprire il barattolo del sugo (epperò, quando esce con gli amici, diventa Carlo Cracco e annusa con volto orgasmico perfino un  puzzolentissimo Camembert della Normandia)?
                                                            Lei
                                             Lui

Chi è che deve pulire tre chili di fagiolini prima che mettano le gambe?
Lei
Lui

Chi è che deve cucinare i sovracitati in quattro modi diversi perchè l'altro ha i gusti delicati e si stufa presto?
Lei
Lui

Chi è che, dopo aver cercato ricette adeguate si sente dire "no, lasciali lessi che li amo così, senza nemmeno il condimento, nature"?
Lei
Lui

Chi è che ha mangiato i primi due chili e mezzo di fagiolini nature mentre l'altro si scofanava pizza e gelato?
Lei
Lui

Chi ha chiesto di fare una frittata (tre uova cipolle - che perfino l'angelo custode alla fine della cena aveva l'alitosi -  parmigiano goccetto di birra pepe e poi ho perso il conto)  perchè non ne posso più di vedere quelle robe verdi e molli nel frigo, facciamole fuori con qualcosa che abbia un po' di sapore?
Lei
Lui




Le risposte corrette sono segnate in grassetto.





venerdì 14 settembre 2012

giovedì 13 settembre 2012

Caro ciclista


Voglio l'Hummer.
O un carro armato.
In mancanza d'altro, un trattore va bene.

Stamattina ho trovato davanti a me un serpentone di culi rinsecchiti che occupavano a ventaglio tutta la carreggiata, io ero l'unica macchina, dietro, a cinque all'ora, sembravo l'auto di servizio al Giro d'Italia.

A parte il colpo oculare delle tutine, che immagino siano disegnate sotto l'effetto dell'LSD, mi viene una sincope ogni volta che incontro un gruppetto di ciclisti, perchè SO di non saper guidare, e ho sempre paura delle loro manovre dell'ultimo secondo, sotto le mie ruote.

Ogni tanto sogno di fare i Collideiculistretti contromano con l'asfaltatrice, e prenderli proprio tutti.

"Concilia?"
"Agente scusi, non li avevo proprio visti"
"Però li ha finiti col cric. Come lo spiega?"

La vittima

Perchè io sono una persona pacifica, perfino tollerante, ma quando vedo a terra l'indicazione delle piste ciclabili, comincio a sperare che sia il disegno della scena del crimine, e non segnaletica orizzontale.


Ammetto che invidio la loro tenacia e il loro fiato, però se dopo dieci chilometri passati a leggere il labiale  (perchè si parlano, sono socievoli, ridono, tra di loro) oso un timido colpetto di clacson per chiedere strada, offendono tutta la parte femminile del mio albero genealogico.
Ma che vi si scassino i freni alla prossima discesa.


Lui ha anche provato a farmi fare un paio di giri in bici, ma le strade che ha trovato non erano per niente asfaltate, quindi mi sono frantumata il barattolino di miele a furia di sbatterlo sul sellino.
Mi hanno detto che dovrei usare le braccia, ma il mio sistema va in crash quando accosti i termini bici-pedalare-braccia.
L'ho settato pedale-piede, manubrio-mano, e non regge colpi del genere.


Post scriptum: Detto questo, lo so che il biciclettismo è una nobile arte e ci sono molti biciclettoni educati, ma al mattino, alle sette, con la prospettiva di una giornata di lavoro, vedere l'allegra comitiva della chiappa soda occupare tutta la carreggiata mi fa venire i brividi, anche perchè sono  così abbronzati ed ossuti che sembrano l'esercito degli uomini di Similaun (in bici, tra l'altro. Brrrr).
Vorrei avere il loro fiato e la loro tenacia, ma a certi orari voglio solo un pezzettino di carreggiata per transitare tranquilla  senza fare il pelo e contropelo alle gambe degli altri.
Ad ogni modo state tranquilli, per ora non ne ho messo ancora sotto nessuno.






lunedì 10 settembre 2012

Serata design



Amico di Lui: "Non ti ho vista al vernissage"

Embé?
Se ci sono, mi vedi, eccome.
(Di solito, vicino al tavolo delle tartine).



Lui, quel Lui,  è un disainer, (nonchè, non dimentichiamolo, fotografo di scheletri ambulanti moda), e io non frequento i Suoi eventi.
Non fosse altro perchè qualcuno prima o poi si chiederebbe chi  ha mandato nel paradiso dei cibi l'intero catering, e Lui dovrebbe rispondere "la mia compagna".
(No, "ragazza" no, ho trent'anni e a questa età nel medioevo si era quasi morti di vecchiaia).

La Sua professione è di solito accessoriata dalla trophy wife, e io non sono né trufi né uaif.
A meno che il "trofeo" non sia la coppa della Champions, rivoltata all'ingiù e con due gambe, allora la forma s' avvicina (epperò ti voglio vedere a sollevarla con tutto quel trasporto).

Non posso far parte di eventi in cui l'überfigaggine è un prerequisito.
(Anche perchè sono certa che qualcuno dei Suoi colleghi direbbe che non sono poi così male, solo un po' curvy, che è un modo educato ed international  di definirti culona)

"Guarda Amore, non vengo, davvero, così sei libero, torni quando vuoi (fai finta d'esser single perchè tanto so che lo fai brutto bastardo), e ti gestisci la tua serata come meglio ritieni"
"Ma no, vieni. Ti prego"

UAU.

"Mentre sto alla festa vai a farti un giro col cane, poi ci vediamo quando ho finito".


A questo punto, sparargli sarebbe davvero un reato?





sabato 8 settembre 2012

Attività pericolose

Sono tali quelle che comportano una rilevante probabilità (con riferimento ad un criterio statistico) del verificarsi del danno, per la loro stessa natura o per le caratteristiche degli strumenti utilizzati.

Costituiscono altresì attività pericolose tutte quelle che accostano il termine "cucinare" a "pesopiuma". 

Il primo esperimento culinario l'ho condotto a nove anni, già devota al carboidrato, con una torta.
Armata pure di notevole intraprendenza, perchè mia madre mi vietava l'accesso alla cucina (c'erano validi motivi. Aveva infatti intravisto una non trascurabile somiglianza con l'altro genitore, il quale, benchè pieno di buone qualità era pur sempre noto come "le due mani sinistre di Dio", non proprio un asso del bricolage. Mettermi in mano un coltello equivaleva al millemilla per cento alla mia decapitazione. Ma sarei stata in grado di farla anche con la schiumarola )
A velocità ultrasonica impastai quello che mi sembrava ortodosso impastare, e lo misi nel forno (freddo) a duecentocinquanta gradi, nella terrina di plastica.
Ricordo che faceva "blob", e che poi mio padre supplicò mia madre di lasciarmi preparare almeno il caffé "prima che cicciobello ci gasi tutti" (cit.)

E al caffé mi fermai, finchè non ho incontrato Lui, per il quale ho imparato a cucinare, rubando a piene mani qui, e poi qui, ma anche qui e qui  e pure qua  e da tantissime altre sante donne che mi facilitano salvano la vita di coppia.
( Che ora io cucini discretamente non mi esime dal fondere un manico di caffettiera al mese, dall'attentare alla Sua incolumità con liquidi bollenti e dall'aver creato la "riduzione di minestrina" per aver lasciato un'ora e mezza il brodo sul fuoco.)

E stasera, colta da un attacco di amore, invece che stravaccarmi sul divano, mi sono messa di buona volontà a fargli il soufflé (pensate ad una cosa difficile, quello è più difficile), ai primi posti della Sua wish list.
Dopo aver tatuato sulla parete la costellazione dell'Ofiuco nel tentativo di montare bene gli albumi a neve, dopo aver confermato la leggenda del latte che  bolle appena non lo guardi e dopo aver scrostato il predetto dai fornelli, Lui è tornato a casa dicendomi:
Amore, ho appena fatto un mega aperitivo con Giulio, mi faresti una minestra che ho digerito  poco le  pizzette?

Dunque stasera lascio  la ricetta della minestra di mia madre, una cosa banalissima, che evidentemente però mette a posto lo stomaco, anche dopo essere stati coperti di insulti.


La minestra facillima e buonillima

Mettete a bollire brodo vegetale (carota-sedano-cipolla e quel che avete) sufficiente per tre - quattro persone (dipende da quante pizzette hanno mangiato), nel frattempo tagliate a pezzettini degni di Zeta la formica tre piccole patate pelate e tagliate a pezzi un po' più grandi una zucchina . Al bollore, versate i pezzetti di patata, aspettate che si disfino agevolmente ed aggiungete  la zucchina, lasciate passare circa tre minuti e se avete un compagno perverso come il mio, buttateci anche le croste debitamente pulite del Parmigiano (di cui voi nel frattempo avrete invece mangiato la parte normalmente edibile), lasciate cuocere circa tre minuti e terminate con la pastina (ma anche no, se non vi piace, qui comunque stan bene i filini), un'idea di pepe e uno o due cucchiai di olio.
Servitela con molto amore, che è la ricetta della mia mamma per i gli stomaci in affanno e i cuori bisognosi di calore.


giovedì 6 settembre 2012

"Amore, che ne dici, facciamo le pulizie di casa?"


Se a chiederlo fosse questa roba qui:

 
la risposta sarebbe assolutamente positiva.
Si attaccherebbe il piumino al  birillo, pur di spolverare.

Ma se a chiederlo è invece questo:

 
 
la reazione psicologica è differente.
E garantisco che non c'entra la simpatia.

Il problema che le culomunite affrontano è anche questo.
C'è da colmare un gap con le altre, quindi per molte cose ci si arrangia da sole, per non domandare nulla a nessuno, per non pesare sul prossimo più  di quel che già si pesa sulla bilancia.


Questi momenti, in cui non chiedo, in cui passo l'aspirapolvere mentre Lui lavora e photoshoppa le foto di GrissinBon e Steccchetto Ducale (e io lo impiccherei col filo della corrente), in cui mi si spacca il cuore perchè non sono come vorrei, questi momenti li inscatolo e li tiro fuori quando non ho più voglia di andare avanti, di far fatica, e mandarei tutto in strafiga.

E mi giuro che un giorno tornerà a casa e mi troverà fare le faccende così:



e per tutta la settimana non gliela darò, assolutamente no, neanche morta.