domenica 28 luglio 2013

Oliver



Quando esci col cane, almeno una volta al giorno ti senti chiedere "posso accarezzarlo?", cosa che va bene se il pelomunito è come Oliver:


ma  la quantità minimo sindacale di materia grigia imporrebbe di non concepire nemmeno la domanda per una roba del genere:




Però, essendo che molti cervelli pensano che stare in una teca  significa che sono un reperto da museo e quindi non devono più lavorare, è stata da tempo intrapresa questa iniziativa,  in pratica se il cane ha le balle in giostra (e come fa a non averne, l'immagine scelta per spiegare il progetto è il campionario delle sfighe canine:  

)
basta mettere un fiocco giallo al guinzaglio, per segnalare che è meglio stare distanti.

Lo farei anche con Oliver, lui non gradisce troppo gli altri maschi, a meno che.
A meno che non abbiano quel buon odore da sexi dog.
E allora altrochè non gradirli, non li molla più.
E' imbarazzante vedere un nano ingrifato che ambisce a zone ben delimitate dell'altro suo simile, ma non ci arriva e quindi si avvinghia alle zampe posteriori copulando poi con la prima zolla di terra a disposizione.

 
Ha una passione sconfinata in particolare per il cane di mia sorella, che è stato sodomizzato per tutta la scorsa settimana, mentre ero dai miei.
fingo indifferenza


molta indifferenza



 
ma prima o poi l'acchiappo
 

eccome se l'acchiappo











Il piccolo cardiopatico si è fatto le colline con pendenza novantamila per cento c-o-r-r-e-n-d-o per inseguire il suo amore 



























 perdendosi pure nell'erba alta più di cinque centimetri.






 



Erba che naturalmente gli crea irritazioni cutanee a vario titolo, così come tutte le scatolette che costano meno di due euri e novantanove , quindi lo nutriamo con crocchette di diamante (l'ingrediente deve esser quello, visto il prezzo), patè di quagga e capra dei Pirenei.
Pertanto, appena sono arrivata a casa dei miei ho trovato ad aspettarmi un paio di scatoloni dell'Esercito della Salvezza (papaemammà) con cibo e medicine per Oliver, che altrimenti mi risucchiano mezzo stipendio al mese.
Ne ho per un bel po', fino a quando cioè non mi inventerò un'altra scusa per tornare a casa dopo aver tarmato almeno per sei settimane su quanto sia delicata (ed economicamente devastante) la bestia.



Peccato che da oggi, la bestia non ci sia più.
Se ne è andato così, stamattina, si è accasciato fra le mie braccia e poi non si è più rialzato, mentre lo stavamo portando in montagna per farlo stare un po' al fresco.
Se ne è andato mentre io e Lui accarezzavamo il suo corpicino diventato molle ed inerte, e ci guardavamo increduli come due imbecilli, nonostante sapessimo che il suo cuore era, ed era sempre stato, un problema.
Se ne è andato senza apparente sofferenza, tanto è vero che i miei mi avevano regalato solo una settimana fa uno scatolone di cibo da sfamarlo per mesi, cosa che non avrebbero ovviamente fatto se lo avessero visto in condizioni critiche.
Se ne è andato senza finire in coma, senza un lamento, senza agonia, avendo fatto solo poche ore prima il suo pasto normale e le sue passeggiatine, con tanto di abnorme, as usual, caccone.
Se ne è andato, fregandoci, così.

Sapevamo che sarebbe accaduto, prima o poi.
Ma noi contavamo su quel "poi" (anche perchè stava bene).

Niente più Oliver ad attendere il mio rientro dal lavoro, scodinzolando con tutto il sedere appena metto piede in casa, niente più Oliver da coccolare la sera, sedendomi per terra e non sul divano a meno che sul divano non ci si metta lui, niente più passeggiate alla ricerca di angoli nuovi da spisciazzare, niente più naso-contro-naso e soprattutto "sentiamo chi ha l'alito più fetente stamattina".
Niente più Oliver, e quando porti in cantina ciotole, copertine, cappottini, cestine per la nanna, tappetini, giochini, antipulci, guinzagli e pettorine ti rendi conto di quanto quella casa fosse abitata ed arredata da lui.
E ti manca, da morire.

So che adesso sta meglio di prima, che è andato via nel migliore dei modi, che è stata amato con tutto l'amore possibile fino alla fine, che forse non aveva più nulla da imparare qui  e quindi ha deciso che era arrivato il suo momento, so tutto questo, ma ora come ora non mi interessa. Lo rivorrei qui, ancora per un pochino, per grattargli la pancia stasera, e sentire come prima cosa al mattino la sua coda entusiasta del fatto che ti sei svegliata e ricomincia quindi  una giornata meravigliosa.

E non venitemi a parlare del ponte.
Ne ho le palle piene del "ponte".
Mi fa piangere leggerla anche se non ci sono funerali all'orizzonte.

Figuriamoci adesso.

Ma io un giorno a quell'arcobalengo so cosa farci.
Io lo mino, quel cacchio di ponte, lo mino.
Da ambo i lati.
Perchè se non esistesse, data la ferrea logica che mi pervade in questo momento complicato, nessun Oliver dovrebbe morire.


 
Mi manca, tantissimo.










Comunque non scrivo  stupidaggini tipo "sii felice e pisciola ogni angolo del paradiso", mi par banale ed inutile, ma alla prossima pioggia avrò qualche sospetto:



Ciao Oliver, buon viaggio.