giovedì 6 dicembre 2012

Il momento giusto

"Ma chi è quel tipo che ti è venuto a prendere, mica il tuo ragazzo?"
Ha passato i trenta, non lo chiamerei ragazzo.
"S-sì"
"Uh la là!! E che carino che è! Ma una come te dove lo ha trovato?"
Te possino.
"E'una lunga storia"
"E da quanto vi conoscete?"
"Sei anni"
"Bambini?"
"No, eravamo adulti consenzienti"



Non sono un utero parlante.
(L'apparato digerente, quello sì, sa "l'Orlando furioso" a memoria e lo recita per un tiramisù)
Non è un crimine, non voler subito dei bambini.
Non ho traumi infantili, sono crescitiuta con la madre migliore del mondo, ma pure Lei, Santa Pazienza, ogni tanto malediceva "tuo padre quella volta".
E se Lei, quella specie di gentildonna d'altri tempi, è riuscita a fare due castroni come me e mia sorella, mi chiedo cosa verrebbe fuori da qui.
Insomma, non sono pronta, non mi sento pronta, pur trovando deliziosi i bambini degli altri (tanto al primo mhè li deposito nelle braccia della madre).

Voglio godermi i fine settimana sul divano, con Lui.
Voglio leggere un libro in una notte (maledicendolo il mattino dopo, ma non importa).
Voglio stare al sole del pomeriggio, senza aver rimorsi per aver fatto flambé il pupo.
Voglio far da mangiare per due.
(E poi per tre, se Lui vuol cenare con me)
Ma soprattutto, voglio crescere, io, prima di far crescere qualcun altro, che quando arriverà avrà bisogno di una persona completa e matura.

E dal momento che ho appena trascorso un'oretta sul sito di  "maledetti scarafaggi", direi che il momento, per me,  non è ancora arrivato.


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