Tichi tichi tichi tichi.
Tichitiche tichetiche tiche tiche tiche.
Tichi tichi tichi tichi.
Tichetichi tichetichi tichetichetà.
(Punto punto punto - linea linea linea - linea punto - linea linea linea.
Punto punto linea - linea punto.
Punto linea linea punto - punto punto linea - linea - linea - punto linea - linea punto - linea linea linea- linea punto - punto.)
Svelato il mistero dei tacchi del mio capo: comunica in alfabeto morse.
Niente scarpe professionali, da carrierista; calza sandaletti che fanno molto Ubalda do Santo Domingo; e anche se giurerei che l'impressione non corrisponde al vero, tacchetti e plateau suggeriscono una disponibilità pari a quella del pane dal fornaio.
(Per ignorare l'impressione bisognerebbe devitalizzare il nervo ottico).
Il problema è che non ci sa camminare, su quelle scarpe, a meno che "portamento" non significhi dondolare come se ci fosse un mamba nero nelle mutande o come se si stesse mimando col corpo "Sououd-e-Melli" (inno nazionale Afghano).
Facciamo un minuto di silenzio per le sue caviglie.
Perchè oggi sono così acida?
Perchè la sua propensione a rompere le balle è direttamente proporzionale a quanto non sa dell'argomento di cui le stai parlando.
E ultimamente è un periodo normativamente caldo.
Molte cose nuove.
Molte molte molte.
Piccola aggiunta delle 21:35.
Ho deciso di inaugurare il primo contest su questo blog: chi indovina cosa c'è scritto in morse, vince dieci dei miei chili.
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